Ricerca senza animali – Mai più vivisezione

Qualsiasi esperimento effettuato su animali è vivisezione in quanto, per legge, gli animali sono definiti tali solo se usati vivi. Pertanto, sebbene non tutti i test in vivo prevedano la dissezione, sono comunque tutti crudeli e invasivi. Quindi, il termine vivisezione è più efficace del termine generico “sperimentazione sugli animali”.

La sperimentazione animale viene eseguita a causa di una legislazione obsoleta e di immensi interessi economici. Nessuna specie vivente può essere un modello sperimentale per altre specie a causa delle enormi differenze genetiche, anatomiche, biologiche, metaboliche, psicologiche, etologiche che esistono tra loro. Inoltre, gli animali “da laboratorio” sono spesso il prodotto di manipolazioni genetiche che li rendono ancora più dissimili dai loro simili selvatici. Anche le malattie indotte sugli animali a scopo sperimentale sono diverse da quelle ad esordio naturale.

Fin dalla sua fondazione, LAV si è battuta per sensibilizzare l’opinione pubblica non solo per ragioni etiche ma anche basate su un approccio scientifico; infatti un numero crescente di analisi critiche sulla rilevanza degli studi sugli animali per la biologia umana indica che gli animali non sono buoni modelli per la ricerca e che i dati sugli animali non si traducono bene in progressi nella pratica clinica per gli esseri umani. Infatti, i modelli animali hanno una predittività estremamente bassa, tanto che nell’81% dei casi non riescono a rilevare gli effetti collaterali gravi dei farmaci e che il 95% dei farmaci testati con successo sugli animali non supera i test sull’uomo (dati FDA) .

Dal 1993 garantiamo a studenti e ricercatori il diritto all’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale: l’Italia è l’unico Paese al mondo a farlo.

Siamo stati in prima linea per l’approvazione del Decreto Legislativo n. 26/2014 sulla sperimentazione animale è entrata in vigore il 29 marzo 2014, in attuazione della Direttiva Europea 63/2010, per ottenere in Italia regole più severe rispetto al testo comunitario, vietando:

  • l’allevamento di cani, gatti e primati a scopo di vivisezione;
  • l’uso di grandi scimmie, cani e gatti randagi e animali resi afonici;
  • test di guerra; 
  • sperimentazione sugli animali per scopi didattici, esclusi i corsi universitari di medicina veterinaria;
  • Test per droga, alcol e tabacco e test per il trapianto di organi tra specie diverse (dal 1° gennaio 2017);
  • il riutilizzo di animali in esperimenti con livello di dolore classificato come grave (dal 1° gennaio 2017).

Inoltre, verranno finalmente promossi e adottati metodi alternativi/sostitutivi alla vivisezione, grazie ad un Fondo appositamente dedicato al loro sviluppo.

Abbiamo denunciato la disumanità della sperimentazione animale e salvato migliaia di animali, tra cui decine di gatte riabilitate dopo aver subito terribili test, piccoli mamorset affidati alle cure di una struttura riabilitativa, 2.639 beagle salvati da Green Hill – l’allevamento di cani destinati a vivisezione a Montichiari (Brescia) – che è stata al centro di una clamorosa vicenda giudiziaria che ha visto fin dall’inizio la LAV nel mirino, e che è culminata il 23 gennaio 2015 con la condanna (sentenza di primo grado) del veterinario, co-gestore e gestore del canile, con sanzioni fino a 18 mesi e la sospensione dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività per 2 anni.
Questo caso era inaudito in Italia e nel mondo, per il numero di “animali sperimentali”, circa 3000 salvati, e per le implicazioni giudiziarie: la legalità e il rispetto del benessere animale sono principi vincolanti, per legge, anche in campi come la sperimentazione.

Grazie all’impegno di LAV ed ECEAE (Coalizione europea per porre fine agli esperimenti sugli animali), l’11 marzo 2013 è entrato in vigore in Europa l’ultimo stop previsto dalla Direttiva, che vieta la sperimentazione animale e l’importazione di ingredienti cosmetici. Per guidare i consumatori italiani verso scelte cruelty-free, LAV ha realizzato il Manuale LAV che raccoglie tutti i produttori di cosmetici che hanno aderito agli standard internazionali “Stop Animal Testing”.

Tuttavia, in tutta l’UE, conigli, cavie, ratti, topi e cani continuano a soffrire e morire per testare la tossicità dei comuni detersivi domestici. ECEAE, rappresentata in Italia da LAV, ha lanciato la campagna internazionale #cleanupcruelty, chiedendo al Parlamento Europeo di estendere il divieto imperativo di sperimentazione animale per la produzione di cosmetici a tutti i prodotti per la pulizia della casa e di vietarne l’importazione in tutta l’UE.

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